Carcinoma polmonare non-a-piccole cellule: Nivolumab nel setting neoadiuvante più chemioterapia ha esteso la sopravvivenza libera da eventi
Lo studio di fase 3 randomizzato CheckMate 816 ha dimostrato che Nivolumab ( Opdivo ) nel setting neoadiuvante più chemioterapia ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) dallo stadio IB allo stadio IIIA del carcinoma polmonare non-a-piccole cellule, resecabile.
Sebbene il tumore NSCLC resecabile possa essere curabile in alcuni casi, molti pazienti presentano un'alta probabilità di recidiva dopo l'intervento chirurgico.
Pertanto, sono state esplorate opzioni di trattamento sistemico efficaci per prevenire questa traiettoria.
La sopravvivenza dei pazienti dopo un intervento chirurgico per il cancro del polmone è scarsa: oltre il 50% dei pazienti ha una ricaduta tumorale e, nella maggior parte dei casi, è associata ad esito fatale.
La chemioterapia somministrata prima o dopo l'intervento chirurgico ha migliorato in modo modesto la sopravvivenza, con circa il 5% in più dei pazienti vivi a 5 anni.
Dati i vantaggi significativi dell'immunoterapia per il cancro del polmone metastatico e sulla base di un piccolo studio pilota effettuato nel 2018, è stato condotto lo studio di fase 3 CheckMate 816.
Sono stati arruolati 358 pazienti con tumore NSCLC in stadio IB, stadio II o IIIA e performance status ECOG di 0 o 1.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a Nivolumab ( 360 mg ) più chemioterapia ogni 3 settimane o alla sola chemioterapia ogni 3 settimane ( n = 179 ciascuno ).
Gli endpoint primari includevano la sopravvivenza libera da eventi e la risposta patologica completa ( pCR ) secondo una revisione indipendente in cieco.
Gli endpoint secondari hanno incluso: sopravvivenza globale ( OS ), risposta patologica maggiore ( MPR ) e tempo alla morte o metastasi a distanza.
Dopo un follow-up minimo di 21 mesi, i risultati hanno mostrato una sopravvivenza mediana libera da eventi di 31.6 mesi tra i pazienti assegnati a Nivolumab più chemioterapia contro 20.8 mesi con la sola chemioterapia ( hazard ratio per progressione della malattia, recidiva o morte, HR=0.63; IC 97.38%, 0.43-0.91 ).
Inoltre, i pazienti che hanno ricevuto il regime con Nivolumab hanno presentato tassi di risposta patologica completa del 24% ( IC 95%, 18-31 ) rispetto al 2.2% ( IC 95%, 0.6-5.6 ) con la sola chemioterapia ( odds ratio, OR=13.94; IC 99%, 3.49-55.75 ).
I pazienti che hanno sperimentato una risposta patologica completa hanno ridotto di oltre l'80% il rischio di ricaduta rispetto a quelli che non hanno sperimentato una risposta patologica completa.
E' stata inoltre osservata una tendenza verso un miglioramento della sopravvivenza globale con Nivolumab più chemioterapia ( HR = 0.57; IC 99.67%, 0.3-1.07 ) nella prima analisi preliminare provvisoria della sopravvivenza globale, sebbene i dati siano immaturi.
Una percentuale leggermente più alta di pazienti nel gruppo chemioterapico da sola rispetto al gruppo di combinazione ha manifestato eventi avversi correlati al trattamento di grado 3 o 4 ( 36.9% versus 33.5% ).
Tra tutti i pazienti assegnati in modo casuale, l'83.2% nel gruppo di combinazione Nivolumab e il 75.4% di quelli nel gruppo solo chemioterapico sono stati sottoposti a intervento chirurgico.
L'aggiunta di Nivolumab alla chemioterapia in ambito preoperatorio non ha compromesso l'intervento chirurgico e non vi è stato alcun aumento della tossicità dal trattamento.
E' emerso che i pazienti che hanno ricevuto la combinazione nel setting neoadiuvante hanno subito interventi chirurgici più brevi, tassi più bassi di pneumonectomia, meno perdite di sangue e più interventi chirurgici minimamente invasivi rispetto a quelli che hanno ricevuto la sola chemioterapia. ( Xagena2022 )
Fonte: American Association for Cancer Research ( AACR ) Annual Meeting, 2022
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